La riviera dei Ciclopi e i Faraglioni di Acitrezza sono sede del famoso mito di Aci e Galatea, la giovane amata da Polifemo. Il lungomare di Aci Trezza ce ne racconta la storia.
Chi non conosce i mitici faraglioni di Acitrezza? Poeti e scrittori appartenenti a tutte le epoche ci hanno raccontato in ogni salsa di questi massi, scegliendoli come palcoscenico dove ambientare il tragico amore di Aci e Galatea.
Questa settimana il viaggio chimerico di Tripnacria, per la rubrica #viaggionelleleggendesiciliane, prende inizio proprio da qui, da Aci Trezza, sotto il sole caldo della Sicilia a due passi dal mare, per scoprire insieme a te i luoghi del mito.
Aci era figlio di Fauno e di una ninfa nata in riva al Simeto. Bello, aveva appena compiuto sedici anni e un'ombra di peluria gli ombreggiava le tenere guance. Senza fine io spasimavo per lui, il Ciclope per me. Se tu mi chiedessi cosa prevaleva in me, l'odio per il Ciclope o l'amore per Aci, non saprei rispondere: non c'era differenza.
La (nostra) leggenda di Aci e Galatea
Avvicinarci alle acque che circondano Aci Trezza ci inebria e, come in un sogno, riviviamo improvvisamente la storia di un profondo amore…
Un po’ storditi, vediamo la Nereide Galatea, bella e dalla pelle candida.
Con lei c'è qualcuno, sembra un uomo: osserviamo meglio e scorgiamo la figura dell'umile pastore Aci.
Si amano, i due, a dispetto del terribile ciclope Polifemo, anch'egli innamorato, ma non corrisposto, dalla giovane.
C'è poi una grotta dove i due amoreggiano di nascosto: la Grotta delle Colombe.
Ma la favola dura ben poco. Sentiamo il rumore pesante di passi grossi e goffi in corsa verso qualcosa (o qualcuno).
Sembra essere Polifemo quello che vediamo correre contro Aci; ci strofiniamo un po’ gli occhi e si, è proprio lui.
Lo ha scoperto con la sua amata, è furioso e stacca la cima di una montagna. Cosa farà mai?
Sentiamo un boato ed ecco che possiamo rispondere al nostro quesito.
Polifemo, ahimè, ha appena ucciso Aci schiacciandolo con quella roccia enorme!
Ci sentiamo sempre più confusi e storditi, per un po’ una fitta nebbia non ci dà la possibilità di vedere alcunché.
Ma ecco che riaffiora dall'aria nebbiosa che ci avvolge una figura di donna. È Galatea in lacrime, invoca e prega gli dei affinché il sangue di Aci possa diventare un fiume nel quale bagnarsi per potersi così unire con il suo amore (non vuole assolutamente cedere alle lusinghe di Polifemo!) Ed eccola accontentata.
Di nuovo l’aria inebriante si prende gioco di noi e sparisce dopo qualche minuto, riportandoci alla realtà.
Curiosi di saperne di più, andiamo alla ricerca dei luoghi dello sventurato amore.
Cosa è rimasto dei luoghi della mitica passione (Scommettete prima di rispondere)
1. I Faraglioni di Acitrezza
Questi mitici faraglioni, formatisi mezzo milione di anni fa a causa dell'attività vulcanica (non della furia ciclopica!), oggi costituiscono l'area marina protetta della Riviera dei Ciclopi. Questi isolotti dai nomi più disparati (Isola Lachea, Faraglione Grande, Faraglione Piccolo, Faraglione di Mezzo, Scoglio Monaco, la Longa, la Pitrudda, Testa del Mostro, Scoglio delle Cozze, Letto della Zita), divennero ancora più noti per aver offerto l'ambientazione del romanzo verista e Verghiano de "I Malavoglia", la sfortunata famiglia di pescatori Trezzani, le cui storie sono divulgate anche dal Museo Casa del Nespolo.
Museo Casa del Nespolo
Indirizzo: Via Arc. de Maria 15, Aci Trezza
Orari: tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 18:00. In luglio ed agosto l'apertura pomeridiana rispetta gli orari 17:00-21:00.
Costi: €1,50
2. La grotta delle Colombe
Lo sappiamo, tutti state già cercando le coordinate per raggiungere questa mitica grotta (anche noi lo abbiamo fatto), ma sappiate che quel che troverete deluderà le vostre aspettative. Nei pressi di Santa Maria la Scala era collocata una grotta che l’immaginario collettivo voleva fosse la famosa grotta nido d’amore. Purtroppo, però, la grotta delle colombe da circa un secolo non esiste più a causa delle violente mareggiate. L’ultimo suo scoglio venne distrutto nel 1972, anno a partire dal quale, solo i più romantici possono vedere la grotta…con la fantasia!
3. Il fiume Aci
Anche la ricerca del famoso fiume di Aci sarà per chiunque inutile. È infatti quasi certo che questo sia scomparso in seguito ad una catastrofica eruzione dell’Etna del 1169. Il fiume, detto in passato anche Jaci, ha dato il nome a numerose città (esistenti) che ne occupavano il territorio allora circostante (Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Aci Trezza, Aci Sant’Antonio, Aci San Filippo, Aci Santa Lucia, Aci Platani e Aci Bonaccorsi). C’è chi dice, anche, che quando il ciclope scagliò il masso contro Aci lo spappolò in nove parti dalle quali ebbero vita le nove città etnee con il prefisso –Aci; sarà vero?
Segui tutti i prossimi viaggi chimerici di Tripnacria nei luoghi delle leggende siciliane!
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